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ENCORE Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 19 ottobre 1996
 
di Pascal Bonitzer, con Jackie Berroyer, Valeria Bruni - Tedeschi, Natacha Regnier, Laurence Cote Hélène Filière (Francia, 1996)
C'è una scena esemplare in ENCORE: esemplare, indimenticabile perlomeno in riferimento ad un genere di cinema che è difficile non definire dell'intelligenza.

Abel è professore di filosofia, non piu`giovanissimo anche se convivente da più di dieci anni con la giovane Alliette (Valeria Bruni-Tedeschi, perfetta nel ruolo non evidente della compagna sul bordo di una crisi di nervi che non scoppierà mai... ). Abel è in crisi: ma in una crisi tra il tragico ed il faceto, la medesima alla quale non sfuggono - con gradazioni diverse nei confronti di un malessere latente - la totalità dei personaggi. Ed Abel giunge all'improvviso in casa di Aurore, con il pretesto di saperne di più sulla dissertazione che la ragazza ha fatto su uno dei suoi libri. Aurore abita con Catherine, la sa migliore amica che, per discrezione, esce lasciandoli soli. Sopraggiunge Bruno, l'amico di Aurore, presenza evidentemente imbarazzante, che il giovane prolunga, non fosse che per provocare la situazione. Bruno ha portato dei pasticcini, al limone ed ai lamponi. Ed Abel, il professore, propone un gioco ad Aurore: scommette che Bruno sceglierà il dolce al limone, anche se la ragazza gli ha appena detto che è quello ai lamponi il suo preferito? Quale potrebbe essere il pegno destinato al vincitore, se non il tradizionale, più o meno innocente bacio? Giunge il momento del tè: e Bruno sceglierà il pasticcino al limone... Ma non poi cosi a caso: perché è stato Abel a servirsi per primo, di un dolce ai lamponi. Cosi facendo, ha forzato il destino: poiché Bruno è cortese, poiché Abel ha già tolto dal piatto un dolce al limone, poiché Aurore non si è ancora servita, e sarebbe ingiusto privarla della possibilità di scegliere fra limone e lampone nel caso lui si fosse servito dell'ultimo pasticcino al lampone restante, altro non poteva fare che scegliere quello al limone...

Abel, insomma, una volta ancora ha vinto. In un gioco - quello di svolazzare eternamente insoddisfatto, perlopiù attorno alle sue allieve maggiormente interessanti - che sembra occuparlo seriamente: in modo ludico, quasi infantile, ma che nasconde ovviamente altre ragioni. Non ha caso il titolo del film s'ispira al decimo libro di Jacques Lacan, ENCORE, LE SEMINAIRE: nel quale il celebre psichiatra s'ingegna - con straordinario senso della commedia, oltre che di acutezza d'analisi - a scorticare i rapporti fra uomo e donna, i paradossi delle relazioni fra i due sessi, la conclusione che non esiste "rapporto sessuale" e che il piacere non rappresenta il segno dell'amore.

Diciamolo subito: non solo Abel non lo vedremo mai mettere a profitto (se cosi si può dire) una delle sue innumerevoli avventure extra-coniugali. Ed ENCORE non è (o non lo è che come lo potreste immaginare) quel film sulla crisi d'identità, di relazione, di adattabilità che avevamo frettolosamente catalogato. Qualcuno dice che è un film che scivola senza lasciare traccia, se non nelle intenzioni dello sceneggiatore. Ma non é proprio del suo personaggio; e (di una parte) della vita?


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